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Gen

RIABITANDO LA MUSICA

A quale brano musicale inviate un ricordo? A quale altro affidate le vostre speranze? Quale musica ascoltate per sorridere, o per ballare in auto?

Quale musicista chiamate per farvi compagnia nei momenti di sconforto?

Quale brano musicale mettete a tutto volume quando siete soli in casa e quale accendete nelle vostre cuffie, pensando che, se muovete la testa e le dita a ritmo, i vostri colleghi possano capire?

Quale è la musica che vi accompagna quando vi sentite al sicuro? Quale quella “che senza di lei proprio non è festa”?

Quale è la vostra casa, nella musica? Perché sì, trovo che la musica, come la casa, qualunque cosa essa sia, sia il nostro porto sicuro, in cui ci rifugiamo e cerchiamo pezzi di noi.

 

La casa aveva diecimila scalini/ mille anni e più di cento bambini/ la casa aveva certamente due porte/ una in faccia al sole/ e l’altra che ci pioveva sempre forte.

C’era la scala che saliva al terrazzo/ quaranta metri di vicinanza al cielo/ per vedere le stelle d’agosto/ che ci sembravano un velo

 

E ora dove si va adesso/ Si riparte per un’altra città/ Voglio andare a casa, la casa dov’e’/ Voglio andare a casa, la casa dov’e’/ La casa è dove posso stare in pace con te

 

E tutto quanto intorno me lo insegna/ Che il passato che è già stato fatto a pezzi come un muro/ Qualcosa ne è rimasto per orgoglio tutto il resto invece/ È proiettato nel futuro

Perché ho amato mille volte/E mille volte ho cominciato/ E ho lasciato mille pezzi del mio cuore/ Sul sagrato delle chiese

 

A modo mio avrei bisogno di carezze anch’io/ A modo mio avrei bisogno di sognare anch’io/ Una famiglia vera e propria non ce l’ho

 

Voglio una casa tutta bianca/ Dove ti affacci alla finestra/ E vedi le cose come sono/ I baci sono baci/ E gli abbracci sono abbracci/ E le parole son parole

Voglio una casa piena di sole/ Voglio una casa senza porte/ E senza pavimento/ Dove per tetto avremo il cielo/ E per letto il sentimento

Voglio una casa piccola/ O grande che sia/ Dove tutto il giorno e la notte/ Non si dice una bugia/ Dove torni per cena e non riparti più/ Perché la mia casa sei tu

 

Lo spazio migliore/ È uno spazio non finito.

E poi un orizzonte largo con una prospettiva/ che veda più lontano di questa eterna trattativa/ Perché uno sguardo aperto puntato sul futuro.

Che non si fermi certo appena trova un muro!

 

Thanks to: Ivano Fossati, Jovanotti, Lucio Dalla,  Pino Daniele, Daniele Silvestri