29
Ott

Come viene percepita la figura dell’architetto dalla gente comune? Gli esiti (non scontati) dell’indagine Makno – Mario Abis

Presentati all’VIII Congresso nazionale degli Architetti i risultati di una ricerca commissionata dal Cnappc

L’architetto? È fortemente legato alla contemporaneità. Facendo leva sulle sue competenze tecniche e doti creative deve comprendere e dare risposta ai bisogni delle persone. È una figura strategica nello sviluppo socio-economico del Paese e nel disegno di città efficienti. Deve avere capacità di ascolto, ossia deve saper comprendere i bisogni di una società che sempre più chiede di essere resa partecipe delle scelte riguardanti il futuro delle città e dei territori.

Può riassumersi così  la percezione che l’opinione comune ha dell’architetto, secondo quanto emerge dall’indagine condotta dalla società Makno, fondata da Mario Abis, sociologo, professore di Statistiche e ricerche psicosociali all’Università Iulm di Milano. Un’indagine, commissionata dal Consiglio nazionale degli Architetti, che per la prima volta interroga le persone comuni, potenziali committenti, sul ruolo dell’architetto, col fine ultimo di capire come viene percepita questa figura professionale e quali responsabilità gli vengono attribuite dall’opinione pubblica. A sorpresa emerge che gli architetti godono di una buona reputazione, ma soprattutto sono tante, e cariche di importanti responsabilità, le aspettative che la società ripone in loro.

In un momento di grandi trasformazioni sociali, economiche e demografiche, agli architetti si chiede di avere un ruolo primario nelle trasformazioni urbane, indirizzandole verso un futuro aderente ai bisogni reali delle persone. Una richiesta che implicitamente taglia fuori tutte quelle realizzazioni associabili al mito, ormai tramontato, dell’archistar.

Gli esiti presentati al Congresso nazionale degli architetti 2018

Gli esiti dell’indagine sono stati presentati all’ottavo Congresso nazionale degli architetti (del cui comitato scientifico fa parte Abis), conclusosi lo scorso sabato 7 luglio. Proprio all’apertura della giornata conclusiva, il professore ha presentato e commentato i risultati della ricerca che ha interessato un campione di «circa 800 casi», ha spiegato. Si è trattato di un’indagine qualitativa, quantitativa e pressoopinion maker (una ventina di testimoni tra committenti di grandi operazioni di sviluppo urbano, manager di fondi di investimento, amministratori pubblici, operatori della comunicazione attivi nel campo dello sviluppo immobiliare). L’indagine ha prevalentemente riguardato, per la parte quantitativa, persone comuni (si è trattato di un campione di oltre 500 casi), tra i 25 e i 65 anni, diplomate e laureate (per il 63% diplomate, per il 32% laureate e per il restante 5% in possesso di un diploma di master).

L’architettura espressione di contemporaneità

Solo per il 25,3% degli intervistati l’architettura è associata alle grandi architetture del passato, dai greci, ai romani, dal medioevo al rinascimento, etc.. Significativo che la fetta più grande del campione (il 63,8%) associ l’architettura sia alle opere del passato che a quelle contemporanee.

L’architettura deve essere per tutti

Esiste una distanza percepita tra architettura e società, ma il desiderio prevalente è che l’architettura riguardi tutti. Il 15,6% degli intervistati vede infatti l’architettura come un mondo chiuso per addetti ai lavori; per il 22,2% è riservata agli ambienti più ricchi e colti, ma per la maggioranza degli intervistati (il 60,5%) dovrebbe essere per tutti.

Il “dover essere per tutti”, «non solo è una percezione, ma è una domanda rivolta agli architetti. E per voi – ha affermato Abis rivolgendosi alla platea – è una grande sfida».

Nello sviluppo economico e sociale l’architetto è importante, non quanto il medico, ma quasi

Agli intervistati è stato chiesto di attribuire un valore (nella scala da 1 a 10) all’importanza di alcune professioni nello sviluppo economico e sociale del Paese. Se il medico ne esce vincitore, con il massimo dei voti, non se la passa male l’architetto che arriva quasi ad ottenere un otto (il voto attribuito all’architetto è 7,4). Rispetto all’architetto strappano un voto maggiore gli ingegneri e gli esperti informatici, ai quali si dà un 8,2. Dunque sul fronte del consenso, l’architetto non è affatto messo male.

A sorpresa, inoltre, alla figura dell’architetto viene attribuita un’importanza alta o molto alta dal 52,8% degli intervistati. A dare un’importanza bassa all’architetto è solo il 4,5% del campione. Anche se qualche giudizio negativo permane: il 30,5% degli intervistati crede che gli architetti pensino solo all’estetica, trascurando la funzionalità.

L’architetto deve essere creativo e saper comprendere i bisogni delle persone

Quali qualità deve avere l’architetto? Sono principalmente tre: creatività, competenze tecniche quasi da ingegnere e capacità di comprendere i bisogni della gente o del cliente.

Le città? Devono guardare al futuro con lungimiranza

L’appello di Giuseppe Cappochin, presidente del Consiglio nazionale degli Architetti, lanciato in apertura al Convegno, ossia la richiesta di adottare una visione strategica, e a lungo raggio, per disegnare il futuro delle nostre città, è ampiamente condivisa anche dai non addetti ai lavori.

La lungimiranza delle politiche riguardanti le città è già una necessità percepita dall’opinione pubblica. Per il 62,6% degli intervistati è infatti importante che il futuro delle città si sviluppi con un grande progetto a lungo termine, che guardi ai prossimi 20-30 anni. Una consapevolezza che, a quanto pare, solo la politica italiana, salvo rarissime eccezioni, ancora non ha.

Quale ruolo l’architetto deve avere nello sviluppo delle città?

Nello sviluppo delle città, secondo gli intervistati, l’architetto deve giocare un ruolo importante: deve interpretare i bisogni della gente e darvi soluzione, deve immaginare il futuro e assicurare che la città funzioni. Soprattutto gli architetti devono essere gli artefici del futuro delle città, insieme agli ingegneri.

La partecipazione è la sfida del futuro

Se gli architetti devono interpretare i bisogni, allora devono anche sapere ascoltare le istanze dei cittadini. Questi chiedono sempre più di essere coinvolti nei progetti di sviluppo delle città. Il 46,8% del campione è interessato ad incontri per discutere del futuro; il 29,2% si dice poco interessato e il 20,8% è per niente interessato.

di Mariagrazia Barletta